ODE TO RAVELLO
è un progetto promosso da Palazzo Avino volto a mettere in dialogo l’arte contemporanea e la musica. In occasione della prima edizione di ODE TO RAVELLO, nel 2019, il compositore e artista americano Charlemagne Palestine presenta “””Strummingsssss per i Misteriiiii dell’Infinito”””, un’opera sonora pianistica da lui appositamente concepita per la millenaria Chiesa di San Giovanni del Toro a Ravello.
Charlemagne Palestine è il primo artista invitato a partecipare a ODE TO RAVELLO, selezionato da un Comitato composto da Fabio Agovino, collezionista; Mariella Avino, Managing Director di Palazzo Avino; Cloe Perrone, curatrice; Laura Valente, presidente della Fondazione Donnaregina e del Museo Madre di Napoli e Andrea Viliani, direttore artistico del Museo Madre di Napoli.
La storia di Ravello è contrassegnata da tanti innamoramenti, che si muovono tra Boccaccio e Leonard Bernstein: Giuseppe Verdi e Edvard Grieg, Arturo Toscanini e Leopol Stokowski; Theodor Adorno, Robert Capa, Truman Capote, E. M. Forster, André Gide, Joan Mirò, Guido Piovene, Paul Valery, Gore Vidal, Tennessee Williams, ma anche artisti contemporanei quali Mimmo Paladino, Francesco Clemente e Sandro Chia, Michelangelo Pistoletto e Giulio Paolini, o Tony Cragg.
E Richard Wagner. Autore che ha teorizzato nel XIX secolo la rivoluzione del teatro come opera d’arte totale, e che apprezzerebbe che nel paese a picco sulla costa d’Amalfi – che lo colpì tanto da esclamare: Il giardino incantato di Klingsor è trovato!” (sul registro dei visitatori di Villa Rufolo, 26 maggio 1880) – si pratichi ancora oggi un’idea di contemporaneità che somiglia molto all’uomo protagonista della sua narrazione artistica: un uomo indagato nella sua totalità di mente, sentimento e sensorialità, rispondente ad un “teatro” che deve fare ricorso a tutte le forme espressive. Il termine preciso che Wagner usa nell’Opera d’arte dell’avvenire (1849) è Gesamtkunstwerk ossia “opera d’arte unitaria”, tecnica compositiva applicata da oltre 40 anni anche dal maestro Charlemagne Palestine.
Secondo la teoria di opera d’arte totale di Wagner tutte le forme espressive (poesia, musica e danza ma anche architettura, pittura e le figurative) si pongono tra loro in un rapporto di confronti e scambi (che tra l’altro rimandano subito all’altro concetto caro a Wagner di “organicità”), gli unici in grado di esprimere l’essenza più intima di un uomo in dialogo con il suo tempo.
Charlemagne Palestine ha realizzato installazioni opere e performance dagli anni ’70, segnalandosi come uno dei grandi precursori del XX secolo, e uno dei più grandi artisti contemporanei. Le sue opere dialogano in genere con luoghi sacri e architetture culturali, per accrescere e intensificare i loro “magici misteri e la sacralità”.
Tra le prestigiose sedi che hanno ospitato interventi dell’artista segnaliamo, per citarne alcune: Cattedrale Sé, Lisbona, Portogallo; Chiesa di Saint-Eustache, Parigi, Francia; Santa Maria in Chiesa Rossa, Milano, Italia; Cattedrale di Saint-Pierre, Ginevra, Svizzera; Cattedrale Saints-Michel-et-Gudule, Bruxelles, Belgio; Basilica di San Martino Maggiore, Bologna, Italia; Piramide del Louvre, Parigi, Francia; Villa Medicea, Artimino, Italia; Villa Borghese, Roma, Italia.
L’opera-performance di Charlemagne Palestine presso la Chiesa di San Giovanni del Toro a Ravello è stata documentata da un’equipe cinematografica.
Charlemagne Palestine è nato a Brooklyn New York nel 1947. È un “Gesamtkunstler”, un artista del suono, un compositore, un artista, un cineasta e un artista dell’installazione. … Come compositore-performer originariamente qualificato per essere un cantore, e poi un carillonneur; esegue sempre le sue opere come solista. I continuums sonori elettronici furono i suoi primi pezzi; poi scoprì il Bösendorfer Imperial Piano di Vienna e iniziò a trasformare i pianoforti in sintetizzatori acustici elettronici del suono usando una tecnica speciale chiamata Strummminggggsss dove ogni stringa di uno strumento ha la sua voce e la rapida alternanza di note, accordi e registri si fondono per diventare uno spettro fisico di risonanti sonorità che interagiscono nello spazio con architetture sacre e atmosfere magiche per trasportare gli ascoltatori su un tappeto volante.